//Pepe in grani – Caiazzo

Pepe in grani – Caiazzo

– Cosa vuoi per il tuo compleanno?
– Mah non so, mi piacerebbe andare a mangiare da Franco Pepe a Caiazzo…
– Ok, allora è deciso!

Questo è stato il dialogo tra me e il mio fido assistente-fidanzato qualche giorno prima del mio compleanno, che si è tramutato poi effettivamente in realtà con un week end nei dintori di Caserta e ben due pizzerie: I Masanielli, di cui vi parlo qui, e Pepe in Grani di Franco Pepe.

Partiamo dall’inizio: mangiare da Franco Pepe non è così semplice, a quanto pare il sabato sera non si può prenotare quindi abbiamo, anzi HA, deciso di andare domenica a pranzo.
Arrivare a Caiazzo è abbastanza semplice anche da Roma, in un paio d’ore, ma per completare l’esperienza abbiamo deciso di dormire nei dintorni e visitare anche la Reggia di Caserta, che avevamo visitato entrambi parecchi anni fa.

Comunque… in tarda mattinata, dopo una bellissima colazione nell’agriturismo dove abbiamo dormito (il Casale Nido dell’Aquila, super consigliato, qui per prenotare con uno sconto) abbiamo visitato prima il centro storico di Casertavecchia e poi quello di Caiazzo, entrambi molto carini e caratteristici.

Avevamo prenotato per le 13 quindi poco prima abbiamo svoltato nel vicolo in cui si trova Pepe in Grani e percorso le ripidissime scale che portano al locale. Per la serie “consigli pratici”: non mettetevi i tacchi per andare, rischiate di volare di sotto!

Appena arrivati ci hanno fatto accomodare nella sala superiore, dove un proiettore mostra sulla parete le immagini dalla cucina, per controllare a che punto è il tuo ordine! 🙂
Anche qui, alla velocità della luce ci sono stati portati i menu, che, oltre a un’infinità di antipasti e pizze, propone anche un percorso di degustazione da concordare a propria scelta con il personale.
Visto che eravamo solo in due, noi abbiamo deciso di evitare il percorso di degustazione e prendere tre pizze da dividere: come prima pizza ci siamo ordientati sulla Margherita Sbagliata, signature dish di Franco Pepe, una margherita “al contrario” con una base di mozzarella di Bufala Campana DOP, passata di pomodoro riccio, riduzione di basilico e olio EVO.

Arrivata praticamente subito, è una pizza ottima, dove la dolcezza della mozzarella predomina sull’acidità del pomodoro. Una pizza che va assaggiata almeno una volta nella vita.

Dopo la Margherita Sbagliata ci siamo orientati su una pizza dai sapori classici, la il Sole nel Piatto, con mozzarella di Bufala Campana DOP, piennolo del Vesuvio DOP, olive caiazzane, acciughe della costiera e origano casertano, e su una dai sapori più innovativi, la Alletterata, con crema di cipolla di Alife, mozzarella di Bufala Campana DOP, tonno alletterato e sedano.

Entrambe ineccepibili, la il Sole nel Piatto con l’ottima sapidità data dalle acciughe della costiera e, come da i Masanielli, dal sapore incredibile dei pomodori, la Alletterata con la dolcezza della crema di cipolle unita all’inconfondibile sapore del tonnetto e la freschezza croccante dei riccioli di sedano.
La mia preferita è stata la Alletterata, devo ammetterlo: una pizza creativa ma non aggressiva, che è rimane leggera nonostante tutti gli ingredienti.

Menzione speciale per l’impasto, molto diverso dal quello delle altre pizzerie di scuola napoletana dove ho mangiato: cornicione morbido all’interno, ben alveolato, ma tenace sotto i denti, leggermente croccante, in netto contrasto con la parte centrale della pizza che quasi si scioglie in bocca. Forse davvero il miglior impasto del mondo, del resto se lo dicono le migliori guide al mondo chi sono io per dire il contrario?
A mio gusto la pizza è davvero buona, ed è corredata anche da locale molto bello e da un servizio perfetto, presente ma non invadente, pronto a dare consigli e a indirizzarti senza troppa insistenza.

Proprio su consiglio del cameriere abbiamo scelto anche di provare la pizza dolce Crisommola del Vesuvio (anche su consiglio di Federico De Cesare Viola, che non smetterò mai di ringraziare!): un trancio di pizza fritta con ricotta di Bufala DOP corretta al limone di Sorrento, confettura di Albicocca Crisommola del Vesuvio, granella di nocciole, polvere di olive caiazzane cotte in forno e menta fresca.

Vorrei scrivere moltissime cose su questa pizza dolce, ma non saprei nemmeno da dove cominciare per descriverne la bontà. Vi basti sapere che è da quando l’ho mangiata che me la sogno la notte, veramente una pizza da lacrime agli occhi.
Anche questa vincitrice di premi, ha ricevuto il riconoscimento come pizza dell’anno per il Gambero Rosso, nel 2016. E penso se lo sia meritato tutto.

Per quanto riguarda il prezzo ho qualcosa da dire: su un conto di 52,30 euro che non comprende il coperto, 10 euro sono supplemento per la prenotazione del tavolo domenicale e 6,83 sono il 15% del conto dedicati al servizio. Ora, io non sono nessuno per contestare questa politica, ma trovo che circa 16 euro dedicati a costi fissi siano effettivamente un po’ troppi, considerato che le pizze costano dai 9,50 € in su. Ovviamente le materie prime sono di altissima qualità, ma se pago 10 euro di supplemento mi aspetto almeno di trovare il bagno pulito e provvisto di carta (considerato che noi ci siamo seduti alle 13 e il ristorante aveva aperto alle 12:30).

Sicuramente io tornerò per provare altre pizze quindi, a parte questa piccola pecca, vi consiglio vivamente di farci un salto perché la pizza è spettacolare e va provata, almeno una volta. E non dimenticate di mangiare la pizza dolce!

Pepe in Grani
Vico S. Giovanni Battista, 3 – Caiazzo (CE)
€€
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2019-01-23T14:35:20+01:00

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